Organizzazione: Giorgia, travel agent della Pomodoro Viaggi e Cormorano Viaggi
Nome: Il mare d'inverno
Durata: 28 novembre - 10 dicembre 2007
29 novembre Hotel Beau Rivage,
Mauritius “Oddio che bello!”.
Dopo un
viaggio neanche troppo allucinante (15 ore, Milano-Dubai-Mauritius) Eccoci al
nostro hotel un po' frastornati. A Malpensa siamo arrivati con notevole anticipo
(alle 11 eravamo gia' al parcheggio convenzionato), poiche' presupponendo nebbia
eravamo partiti da Bologna alle 8. In aeroporto ci siamo incontrati con Rossella
la nostra accompagnatrice Cormorano che ha sbrigato le formalita' rapidamente,
anche se l'aereo Emirates aveva mezzora di ritardo. Arrivo a Dubai oltre
mezzanotte e il Duty Free dell'aeroporto e' una delle emozioni del viaggio. Ogni
ben di dio, possibilmente elettronico o di moda o anche d'oro (22 i carati
offerti, contro gli standard 18) sono senza tasse e ad un prezzo eccezionale.
Tanto per fare un esempio un telefonino che da noi costa 900 euro qui si trova a
604.
Ripartiti alle 2 e mezzo (ora locale di Dubai e Mauritius, 3 ore in piu' che in
Italia) Stamattina siamo arrivati all'aeroporto di Mauritius alle 9, e in 50
minuti siamo al Beau Rivage. Dopo una giornata le sensazioni sono ottime, il
posto e' meraviglioso, il mare caldo e il sole picchia, mitigato dal vento.
Pero' l'hotel e' uguale a tanti altri, seppure di questa categoria (5 stelle),
recintato e chiuso al mondo esterno. Dopo cena (quantita' risibili di cibo, e
abbiamo pure la mezza pensione) abbiamo girato tutto il giardino due volte.
Tante smancerie, salamelecchi e bonjour-bonsoire. Du maron! Esempi? Al
ristorante una controlla la prenotazione, uno/a ci accompagna al tavolo scelto,
uno toglie la sedia da sotto il tavolo e ci accomoda, lo stesso ci stende il
tovagliolo in grembo... Poi arriva il cameriere vero e proprio per l'ordine.
Tutti, immancabilmente “Buona sera, come va? E' stata una bella giornata? Bene,
Buon appetito” In inglese o in francese. Il non plus ultra e' che tutte le volte
che ci si alza, il tovagliolo viene ripiegato perfettamente. Un delirio.
Domani sara' tutto piu' bello?
Le foto di oggi
30 novembre Hotel Beau Rivage,
Mauritius “Ora si ragiona”.
Stamattina i buoni propositi (sveglia all'alba per corsa bruciagrassi a digiuno) sono andati a ramengo perche' spenta la sveglia ci siamo ritrovati in compagnia di Morfeo fino alle 9 meno dieci, e con ben 2 appuntamenti incombenti, dopo la colazione. Il primo alle 9 e mezzo con la corrispondente Cormorano, che ci doveva illuminare sui tour, e sulle info generali. Piacevole sorpresa quella del tour offerto domani -sabato- a Port Luis e dintorni (sai te con tutti i soldi che ci e' costato questo viaggio potevano anche offrircene uno al giorno!).
L'altro appuntamento era con il bike tour, in MTB con Benito, uno dello staff animatori. Bello: ho cercato di sfruttare al meglio queste due orette tenendo sempre un rapporto agile ed un'alta frequenza di pedalata. Visita al tempio indu di Pointe du Flacq, e ritorno, una 30ina di chilometri in tutto. Complimentary, omaggio, mentre le MTB, di norma sono a pagamento, come internet, allo spropositato costo di 15 euro all'ora. Ritorno per il pranzo, che non abbiamo nel pacchetto (scelta nostra) ma che gestiamo come nostro solito con nonchalance: passeggiata al paese (Belle mare) vicino (1km) e trovato il market con il cibo (non facile, visto che sono quasi tutti souvenir e abbigliamento) acquistiamo 2 pagnottelle di pane, 4 bananine, una mela granny ed un'arancio. In un altro market compriamo gallette di manioca, per la merenda. Il caffe' ed il te fa parte della dotazione della camera.
Stamattina la colazione -a buffet- e' stata ottima, e lo sarebbe stata anche piu' se non mi fossi limitato a mangiare frutta, all bran con latte, e due micro brioche. Eh, magari un waffle o una crepes una di queste mattine me l'assaggio... ma le cose offerte sono tantissime. Stasera il buffet al Rive Gauche, (uno dei 4 ristoranti gli altri sono Le Langoustine, Indouchine e Mediterranee). E devo dire che ha meritato un bel 10 e lode. Di tutto di piu'.
Le foto di oggi
1 dicembre Hotel Beau Rivage,
Mauritius “Scampagnata”
Oggi gita gratis (offerta da Cormorano ai suoi ospiti) al mercato di Port Luis,
seguita da visita ad una casa coloniale con pranzo e trucco, ed infine visita al
Giardino Botanico. Il rendez vous e' a Port Luis presso un tempio Tamil con gli
altri ospiti (Sebastiano e Federica di Venezia e la pasticcera di Orbetello)
quindi alle 8.30 un taxi ci prende dal cancello dell'hotel e ci scarozza 30 km
verso l'appuntamento, cui arriviamo con 10 minuti di ritardo, con Silvia, la
guida, un po' preoccupata. E' una franco-tedesco-italiana che ha sposato un
mauriziano.
Silvia, comunque e' professionale, e ci intrattiene bene, perche' il jetlag
ancora non e' ben assorbito. Dopo il tempio, in parte non visitabile, ma molto
colorato e ricco di statue di dei, puntiamo ad un'altura da dove si ammira il
panorama di PL che e' rinchiusa in una conca sul mare. Molto spazio e' occupato
dall'ippodromo, il piu' antico del mondo dopo Ascot e che per i mauriziani
costituisce uno dei maggiori passatempi. Ma eccoci al mercato, dapprima di
souvenir, resistendo alle chimere ci compriamo solo una pashmina vera, e
trattando sul prezzo da 2500 rupie la commerciante scende alla meta' (30 euro)
con carta di credito: avremo fatto un affare? Boh!) poi alla parte della frutta
e verdura, dove compriamo 10 banane, 2 mele 3 aranci per la spaventosa cifra di
50 rupie (un euro e 12 cents), rifiutando sdegnosamente un bel po' di litches
per 500 rupie.
Dopo questa vucciria puntiamo ad un negozio che Silvia ci assicura fabbricante di Burberrys, D&G e Armani, ma troppo forti sono i dubbi del tarocco che Carla non si lascia irretire da un borsa D&G che ci davano per 50 euro. Infine il centro commerciale (dove siamo piu' a nostro agio) e qui sbrocchiamo nelle spese con un calendario 2008, 3 matite, una mini bandiera, 2 dodo (animale autoctono estinto nel '700: come se da noi ci fossero i pupazzetti di mammut ad ogni negozietto...) uno magnetico ed uno colorato da mettere nella Gatteria. Peccato, quando cominciavamo a divertirci dobbiamo ripartire. Mi spiace per la pasticcera di Orbetello che non trattando mai sul prezzo ha speso uno sproposito per delle polo, spezie e del the.
Pranzo dunque da Tante Athalie, con museo di auto d'epoca revisionate e rimesse a nuovo. Poi la casa coloniale (a fianco) diventata rivendita di tappeti, e noi “Grazie, ma abbiamo gia' dato in Marocco 10 anni fa”. Infine -per digerire- visita al giardino botanico, 26 ettari e 600 piante diverse. Ritorno giusto per una bella corsetta, perche' il vento e' troppo forte per un bagnetto tranquillo e serata al ristorante Indouchine, certamente il piu' raffinato (basta l'Evian da litro a 6 euro?) ma a fronte dei piatti inclusi (che -comunque- ci si mette di piu' a dirne il nome che non a mangiarli) ci hanno omaggiato di appetizer di gambero in salsa di zucca, intermezzo di sorbetto di mango allo champagne, e dolcetti finali in aggiunta. The omaggio, comunque. Anche qui i salamelecchi ancora piu' virtuosi, se mi capite... Decisamente una vacanza migliore rispetto al primo giorno!
Le foto di oggi
2 dicembre Hotel Beau Rivage,
Mauritius “Spiaggia e mare”
Basta!
Siamo qua da 4 giorni e siamo ancora palliducci per via di quella protezione 20
che -tuttavia- ci ha salvato, visto che per errore in un pezzetto di collo dove
non l'ho data ho un ustione di II grado (in via di guarigione). Cosi' stamattina
(con calma: e' domenica anche qui alle Mauritius!) dopo una colazione robusta,
spalmati ancora di crema protezione 20, siamo partiti verso nord. Destinazione?
Boh! Finche' non ci stancavamo. La spiaggia pero' e' finita prima, o meglio, un
tratto di qualche decina di metri di rocce ci ha fatto fare dietro front dopo un
cammino di tre quarti d'ora (3 km). Al ritorno anche il tipico acquazzone
tropicale di qualche minuto, quanto basta pero' perche' ci bagnasse del tutto.
Tornati alla spiaggia dell'hotel, e un bagnetto in cui ho anche sfoggiato una
nuotata a stile possente e perfetta stilisticamente, per fare arrivare l'ora in
cui avevamo prenotato l'attrazione della giornata: la gita in barca con fondo a
vetro. Un'ora di navigazione in cui ci siamo spinti ai limiti della barriera
corallina, la' dove i flutti possenti dell'oceano indiano si frantumano contro i
coralli, e le acque si quietano in pochi metri. Molti pesci, tanti i coralli.
Splendida. Stanchi ma felici di questa esperienza ci siamo spaparanzati sui
lettoni a riva e abbiamo lautamente pranzato (2 banane e 2 arance io, 2 mele. 2
banane e 10 litches Carla) e abbiamo resistito per un po' alla forza sempre
maggiore del vento che sferzava da sud est (dal mare diritto diritto...), poi
siamo ritornati in camera dove mi sono goduto in diretta il sorteggio dei gironi
dell'europeo e in serata (nostra) Fiorentina-Inter in diretta su Rai
International.
Serata al buffet indiano con imprinting in fronte di pasta bianca a me e pecetta
in tessuto rosso scuro a Carla, per il resto assaggi di tutte le specialita'. Ad
un livello superiore, ma molto superiore...
3 dicembre Hotel Beau Rivage,
Mauritius “Nightmare day”
La giornata “incubo” di tutte le vacanze. Speriamo sia l'unica. Dopo
l'accoppiata colazione passeggiata, verso mezzodi' (e dopo che un inserviente
dell'hotel pulisse gli occhiali a Carla, perche' e' il suo compito al Beau
Rivage, tra l'altro perfettamente eseguito) a Carla viene voglia di scoprire
qualcosa in piu' dell'isola, cioe' Trou de l'Eau Douce. Vista la non incredibile
distanza (saranno 5 km da qui) prima di partire a piedi facciamo comunque un
pensierino al taxi e alla bici, e dopo aver constatato che sono pazzi da legare
(17 euro in taxi per un tragitto che si e no i locali pagano 30 cents e 3.50
euro all'ora per la bici!) ci avviamo a piedi lungo la strada. Neanche al
cancello i taxi ci offrono il tragitto, e dopo insistenti rifiuti (sembra
incredibile che qualcuno voglia fare 2 passi a piedi??) riusciamo a fare qualche
centinaio di metri senza essere disturbati.
Dura poco, perche' l'ennesimo taxista ci offre il passaggio gratis a Trou de
l'Eau Douce, che accettiamo, perche' oggi gratis domani giro dell'isola. Poi per
strada cambia idea e ci impiatta una proposta che non possiamo rifiutare. Oggi,
per 20 euro, ci porta anche a Curepipe (famoso perche' ci sono “le fabbriche”:
di che? Di tutto...) e domani per 40 euro il giro dell'isola con l'ovest Flic en
Flac) e Chamarel, due delle maggiori attrazioni dell'isola mauriziana. E vabbe',
in due giorni gli diamo lo stipendio minimo di un mese. Pero' la cosa si puo'
fare, perche' i tour sono molto cari, con tutti.
Quindi
Feroz (non so se sia il suo vero nome, nel biglietto vergato a mano il nome e'
quasi illeggibile) punta su Curepipe, dove fa tre strade 3, sempre quelle per
portarci prima in un negozio di imitazioni (che brutta roba e pure falsa), poi
di diamanti (seee e io li compro qui!), e quando gli chiediamo prima un
supermercato per della frutta, lui ci porta li' attorno dove al market non c'e'
nulla (riusciamo a mangiare solo un caffe' e una briosche nel bar di fronte) e
poi riparte: fabbrica di modellini navali (eh, ho tre gatti che ci andrebbero a
nozze), altro abbigliamento taroccato (guaglio'!, so' italiano!) e infine un
negozio di souvenir, ma anche qui, un pareo a 350 rupie (8 euro), che abbiamo
pagato 175 (senza tirare sul prezzo) a Port Louis. Essu'. Feroz va la', torniamo
in hotel che oggi butta male per te.
Al ritorno, evidentemente seccato fila veloce, con una guida che non vomito solo
perche' non ho mangiato nulla. Era molto seccato perche' il tic appena
percepibile all'andata si era improvvisamente fatto frequente e aumentato. Il
gesto di staccare la mano dal volante come se bruciasse e restringerlo subito
dopo. Chiaramente domani (e nel proseguo) non faremo altri giri “autogestiti”
dai tassisti. Andremo (finalmente) a piedi (per la spiaggia, che li' mica ci
sono i taxi!) a Trou de l'Eau Douce e forse ci imbarcheremo per l'isola dei
Cervi, ma tutto in camuffa e da soli. Perche' qui i bianchi sono le vacche da
mungere, se poi vengono dal Beau Rivage i prezzi da doppi si triplicano.
Ritornati
in hotel dopo la spesa (4 banane, 1 arancio, 1 pacchetto di biscotti di manioca
e un po' di filtri di te alla vaniglia autoctono, 112 rupie, meno di 3 euro,
quanto i due caffe' e 2 briosche a Curepipe!) altra passeggiata sulla spiaggia
per fare ora di cena, al Rive Gauche stasera il Gala Dinner, 5 piatti “alla
francese” (microscopici assaggi) ottimi, comunque. Te omaggio acqua (un litro)
3,5 euro. Vabbe' che l'acqua costa, ma santa pazienza...
4 dicembre Hotel Beau Rivage,
Mauritius “Spiagge infinite che finiscono”
Pronti via alle 8 per una bella bruciagrassi, 36 minuti a ritmo vario, tendente
al lento. Carla dopo 10 minuti e' molto in affanno e cammina piu' che correre, e
cosi' io faccio avantindre'. Dopo colazione il programma s'infittiva. Alle 10 e
mezzo appuntamento con Daisy, la nostra corrispondente Cormorano a non si sa
bene cosa fare/dire (e ci ha fatto pure aspettare...), poi dovevamo (finalmente)
andare a Trou de l'Eau Douce per la spiaggia bypassando i taxisti molesti. Ma
dopo 50 minuti di camminata sulla spiaggia, sotto un sole cocente (lo e' gia'
alle 8, in verita') la spiaggia diventa brutta, poco pulita (alghe, per lo piu')
e rocciosa, cosi' desistiamo, ma non siamo molto distanti dal centro cittadino.
Ritornati alla spiaggia dell'hotel pranziamo lautamente (2 banane a testa, io
l'arancia, Carla la mela, e qualche biscottino di manioca) e ci polleggiamo
sotto l'ombrellone per un meritato riposo. Peccato che a) i lombardi (le signore
di due coppie che a parlare sembrano i Fichi d'India quando si travestono)
abbiano un tono da “l'erba del vicino e' sempre piu' verde!” e le signore si
superano in complimenti della pineta, del mare “di la'” e cosi' via per un'ora
abbondante, ed ovviamente ad un tono di voce “comiziale”; b) una coppia araba ci
si mette proprio a fianco condividendo l'ombrellone, come se fossimo amici,
cominciando a fare una tale confusione che decidiamo di cambiare ombrellone.
Poi, il non plus ultra. Il bagno. Oh, sara' l'acqua di un azzurro mistico, sara' che la temperatura della stessa invoglia il polleggio, sara' la tranquillita' dell'insieme, il silenzio, i rumori soffusi... Sara' quel che sara', diceva Jose' Feliciano, ma non usciresti piu' dall'acqua. Per nuotare ci sono spiazzi delimitati da boette non grandissime, ma permettono diverse altezze e nella nostra c'e anche un po' di corallo, con parecchi pesci. Normalmente mi faccio 4 volte il perimetro nuotando e a spanne sara' un centinaio di metri ogni volta. Certo il ritmo e' sempre rapportato all'insieme, ma cerco, per lo meno, di tenere un bello stile.
Asciugatici al sole e poi in camera a goderci 10 minuti (non era possibile
resistere oltre) de Il treno dei desideri, si, quello con la trombona Antonella
Clerici. Cena a la carte al Rive Gauche, noblesse oblige: il Mediterraneo si e'
specializzato in pizza e pasta, quindi e' out, il Langoustine offriva il menu'
aragosta a 49 euro, l'Indocina lo stesso menu' gia' testato. Quindi 2 uova
strapazzate con i funghi, servite dentro un guscio di riccio svuotato, risotto
con zucchine e parmigiano (copia) impreziosito da filetto di pesce alla griglia
e tortino di mele con panne e gelato al cocco. Nouvelle cousine, quindi porzioni
di sintesi, ma almeno il pane e' abbondante (e ottimo)...
5 dicembre Hotel Beau Rivage,
Mauritius “Una giornata elettrizzante”
Oggi l'evento clou era la pedalata al mercato Centre de Flacq che e' il secondo
piu' importante del paese. Partenza alle 10.30 al gran completo, cioe' tutte e
11 le bici (Steeve compreso, e per fortuna che non era necessario prenotare...).
Partiamo e gia' appena fuori rischiamo di venire travolti. Benito, il biker di
venerdi scorso era prudentissimo, questo qui un disastro. Tira dilungo senza mai
fermarsi, e raramente si gira per vedere se ci siamo tutti. Ai due incroci in
cui dobbiamo girare a destra (qui si guida a sinistra) alcuni -meno esperti-
rischiano di essere travolti.
Dopo 7 km arriviamo in piazza (un delirio) di voci, colori, odori. Subito ci
tuffiamo nel mercato vero e proprio: certo, non possiamo spacciarci per locali,
pero' trattando, o provandoci, i prezzi sono buoni. Ma comunque il doppio dei
locali. Avevamo bisogno del pranzo, e acquistiamo arance, 2 ananas gia' puliti
(15 rupie, 30 eurocents cadauno) e un bel po' di litches. Dopo la papaia (che ho
cominciato a mangiare perche' se ne parla cosi' bene come lassativo) mi sono
buttato nei litches, che non avevo mai considerato, come frutti. Una delizia.
Adesso sono pentito di non averne presi di piu'...
Per il
resto il mercato offre ben poco e neanche Steeve che ci porta in un negozio di
souvenir (tu quoque?) ci fa svegliare la voglia di acquisto. Per fortuna il
ritorno insieme ad un'altra coppia di francesi e' piu' facile ed in breve siamo
all'hotel. Pomeriggio di mare, con in serata buffet Asian Ambiance, non
eccezionale. Domani a mezzogiorno dovremo lasciare la stanza e fino alle 19
quando ci verranno a prendere per portarci all'aeroporto, non sapremo che fare.
Ma credo che tra mare e piscina non avremo troppi problemi....
7 dicembre Hilton Jumeirah Dubai
"Laddove i poveri sono ricchi"
Sono le 9, e siamo appena giunti all'Hotel di Dubai, l'Hilton Jumeirah. Ieri la
giornata ha cominciato ad essere vorticosa nel tardo pomeriggio. Fino alle 12
abbiamo approfittato del tempo limte per il check out, poi siamo andati a
cercare da mangiare a Belle Mare, trovando solo banane e biscottini di manioca.
Che insieme ai litches rimasti e ad un arancio ci hanno saziato. Nel pomeriggio
abbiamo cazzeggiato in spiaggia, un po' in acqua, un po' al sole, un po' in
acqua etc. Nonostante siano 6 giorni che prendo il sole “oculatamente” mi sono
bruciato per la terza volata la faccia, ed esattamente il naso, la fronte e le
orecchie.
Verso le 17 e 30 abbiamo goduto della Courtesy Room, una stanzetta con doccia e
spogliatoio per coloro che hanno il trasferimento differito rispetto al check
out ( e noi avevamo il taxi alle 19 e 30), poi con molta calma abbiamo aspettato
il taxi. Dopo un trasferimento noiosissimo di oltre un'ora e chiacchiere in
spagnolo (mi mancava...) all'aeroporto abbiamo cercato inutilmente un Dodo
economico per la Giorgia, ma inutilmente, visti gli assurdi prezzi. Gli daremo
il nostro, che sfigurerebbe in mezzo alla Gatteria.
Poi alle 11 e 20 l'imbarco, e nonostante fosse mezzo vuoto e quindi la possibilita' di stenderci, tra lo spuntino di mezzanotte (ed e' proprio il caso di dirlo) e la colazione, servita alle 3 e mezzo abbiamo dormito ben poco. Ora siamo in riposo, tanto oggi e' venerdi, e tutto aprira' nel pomeriggio. Ma state certi che ci sfuggira' ben poco. Ma questo ve lo raccontero' (come per farvi vedere qualche foto) la prossima settimana, perche' anche qui il web costa: non come a Mauritius (15 euro l'ora, in hotel!), ma sempre tanto.
Le foto di oggi
7 dicembre Hilton Jumeirah Dubai 2
"Il paese dei balocchi"
Esattamente come detto, mattinata in relax. Cio' che impressiona e' la quantita'
di grattacieli che ci sono e quelli che si stanno costruendo, compreso quello
che diventera' il piu' alto al mondo. Dall'aeroprto di Dubai all' Hilton sono 35
km, ovviamente strada a 7 corsie per senso di marcia e molti di questi
chilometri sono coperti da grattacieli, uno a fianco all'altro. E anche dietro.
E oltre. Ovunque! Ma come pensano di riempirli? Saranno 200.. Dove non ci sono,
si intravedono lussuosi condomini piu' bassi, protetti da muri e guardie.
Discrete, perche' qui il terrorisimo non c'e'. Poi nel pomeriggio il primo dei
36 mall stile USA che si trovano qua a Dubai. Il Mall of Emirates. Di tutto di
piu', troppo.
Mi sa che sara' anche l'ultimo, tanto Carla ha capito che Luis Vitton fa prezzi
uguali dappertutto (al centesimo) ma nonostante questo, in mezzora in cui siamo
dentro abbiamo visto vendere almeno 20 borse, e il refrain non cambiava: donna
velata in nero dalla testa ai piedi (solo gli occhi scoperti) accompagnato da
sceicco con tunicona bianca inamidata e copricato tipico, la donna si guarda
attorno, indica una borsa, e lo sceicco paga, senza fare una piega. E via che
vanno da Burberry,'s, Gucci, Versace...
Io -se comprero' qualcosa- lo faro' al Duty Free dell'aeroporto. Il Mall of
Emirates, dicevamo. Contiene perfino lo “Sky Dubai", una pista da sci lunga 400m
con vera neve e ghiaccio. Poi cinema, negozi e tanto altro. Ci siamo rimasti 3
ore, ma piu' che i negozi in se' e' da vedere la vastita' dei costumi, da quella
coperta da testa a piedi volto compreso (diverse), a quelle che lasciano
scoperti solo gli occhi (molte), solo la testa (meno) a quelle tipo occidente
(molte, la maggior parte). Lo stesso per gli uomini, molti in tenuta
tradizionale, camicione bianco e keffiah, altri vestiti all'occidentale. Ma
anche curiosi mix.
8 dicembre Hilton Jumeirah Dubai
“The BAA Day”
I tre giorni a Dubai hanno, in verita', un unico scopo (dopo aver capito che i
mall non sono di nostro gradimento). Visitare il Burj Al Arab, L'Hotel. L'hotel,
unico al mondo, con 7 stelle. E per accedervi bisogna avere una prenotazione in
uno dei ristoranti, come minimo. Non si puo' andare li' a dire “Me ne hanno
parlato un paio di amici, vorrei fare un girettino...” E, come minimo, un pranzo
costa 70 euro, ma e' a buffet, quindi andandoci a digiuno da 3 giorni loro ci
perdono. Io e Carla non lo eravamo, ma ci siamo difesi.
Comunque, dopo una corsetta bruciagrassi (oggi mangeremo abbondantemente 3
volte...) e la mattinata in spiaggia a passeggiare sotto il sole per rafforzare
l'abbronzatura, in vista del rientro in Italia, alle 12 e 45 un taxi (autisti in
divisa, qui a Dubai...) ci ha prelevato al nostro hotel per portarci al BAA, un
decina di km, 25 Dhiram (5 euro scarsi). Giunti all'accesso primo controllo. Ok,
prenotazione esistente. Via libera. Arrivati subito un dattero (solo per Carla,
a me sembrano burdigoni...) come benvenuto. Poi “Salite pure al mezzanino con la
scala mobile e vi troverete il ristorante (Al Iwan) a destra, buon pomeriggio,
signore, buon pomeriggio, signora”.
Saliti al mezzanino ci troviamo una fontana con giochi d'acqua splendida, e
girando il naso all'insu' la vista dall'interno e' incredibile. E' presto e
girando nei dintorni trovo un ascensore che sale all'ultimo piano, dove c'e' un
ristorante con vista mozzafiato. Riscesi entriamo nel nostro, e il buffet e'
sicuramente superiore alla norma: pesce freschissimo ostriche e tante
specialita' arabe di cui ignoro il contenuto (speriamo che il mio corpo si
dimentichi delle mie allegie....) in cui mi tuffo per un assaggio piccolo ma
dissennato. Il tavolo dei secondi offre anche un cuoco che puo' soddisfare
richieste non presenti, ma dubito che uno non riuscisse a trovare qualcosa di
extra.
Infine i dolci, un intero bancone. Un delirio a cui devo rinunciare per almeno
la meta', tra frutti di bosco e noci una gran parte dei piatti mi e' vietata.
Tuttavia provo il latte di cammello addolcito con acqua di rose, dolcetti
dolcissimi ai pistacchi, una torta di mango, la creme brulee e altri che non
ricordo... Satolli per davvero, indugiamo ancora al tavolo a goderci questo
tempio dell'eccesso anche molto kitch. Il gusto non si compra, direbbe qualcuno,
e questo hotel non sfigurerebbe negli States, di certo.
Usciamo e come bambini davanti ad una giostra rimaniamo incantati ancora alla
fontana ed ai suoi giochi d'acqua. Il clou e' l'inserviente cinoarabo pronto a
detergere le gocce che lo spruzzo centrale manda appena oltre il bordo. Usciamo
a piedi e percorriamo il lembo di terra che collega l'hotel alla terra ferma
ammirando un altro hotel per “poveri” il Jumeirah Beach, con stanze da 500 euro
in su'. Ma quando finira' il petrolio che faranno?
Ritorniamo giusto in tempo per un'altra passeggiata (digestiva) in spiaggia. E
un bel tramonto. Ceniamo per onorare il buffet messicano, ma siamo ancora
pienotti dal pranzetto....
Le foto di oggi
9 dicembre Hilton Jumeirah Dubai
“Oltre lo shopping”
Oggi in programma il “giretto in centro”, con la visita al Gold Suk e allo Spice
market. Il pulmino dell'hotel ci preleva alle 9 e mezzo e in poco piu' di un'ora
siamo a Dubai centro. L'atmosfera e' completamente diversa. Negozietti, maschi
trafelati e continue offerte di copie di orologio di famosissime marche. Ma noi
non ci facciamo distrarre: e sia pure con parecchie difficolta' troviamo il Gold
Suk, ed e' impressionante. Almeno 100 negozietti disposti a croce offrono oro,
pietre preziose e diamanti a getto continuo.
Tuttavia l'offerta e' talmente vasta che il troppo stroppia, e non avendo
riferimenti di prezzi, non ci impelaghiamo in contrattazioni (che sono
d'obbligo, qua) e dopo aver comunque ammirato pezzi di artigianato orafo di
notevole fattura ci mettiamo alla ricerca del mercato delle spezie attorno a cui
-ovviamente- giriamo per mezzora prima di riuscire ad trovarlo. Poi riusciamo a
resistere anche qua alle lusinghe dei venditori, certamente piu' insistenti e
meno raffinati degli orafi.
Al che decidiamo di vedere un po' di storia di questi emirati, ma dobbiamo
passare di la' dal fiume. E per farlo ci sono i Seabus, cosi' vengono chiamati i
barchini alla vista piuttosto instabili su cui Carla sale molto incerta e la
prima traversata avviene un po' in trepidazione, anche perche' il Dubai Creek e'
largo. Di la' cerchiamo la Bastakiya, l'antenato dell'aria condizionata, cioe'
una torre che con un sistema ingegnoso raffreddava la calda aria del deserto, ma
troviamo il Dubai Museum, che merita sicuramente una visita, e solo dopo la
Bastakiya.
Per mancanza di tempo (il pulmino dell'hotel ripartiva alle 13 e 50) non abbiamo
visto la Shindagha, il cuore della citta' vecchia. Pomeriggio in spiaggia, e in
serata corsetta sulla sabbia, che speravo di fare meglio della mattina, con la
bassa marea. Ma la sabbia e' comunque cedevole. Vabbe', un ottimo esercizio di
propriocezione. Cena al buffet “internazionale”, di buon livello.
Le foto di oggi
10 dicembre Bologna casa "Nightmare
2"
La mattina non parte bene. Mi sveglio alle 3 e mezzo, e alle 4.45 quando arriva
la colazione in camera il malessere e' diffuso. Infatti bastano poche
cucchiaiate di muesli e latte per capire che c'e' qualcosa che non va, peggio
ancora il succo d'ananas. Ma sara' all'aeroporto, laddove avevo deciso che
avremmo comprato "il mondo" che l'incubo si materializza. conati di vomito,
diarrea, anche un mezzo svenimento fanno capire che saa' un giornata infernale.
Cosi' infatti sara'. Non ho potuto neanche mettere piede, al duty free, e
sull'aereo e' stato un continuo aventindre' con il bagno. Almeno 15 le visite in
6 ore di volo. Piu 4 Buscopan, 2 Maalox, e 2 litri di acqua. Cibo, zero,
ovviamente. Chissa', se scrivo al Guinness dei Primati... Non so come siamo a
Milano, dove -ovviamente -appena sceso devo andare in bagno. Finalmente quando
arrivano le valigie posso appropriarmi di un blister di Dissenten, 4, fino a
ieri pomeriggio.
Peccato, perche' in volo c'era il quasi campione del mondo di offshore,
Cappellini, e un allegra brigata di milanesi con cui avrei potuto ampliare i
miei orrizonti...
Ripensando alla causa posso affermare quasi con certezza che sia stato un
pescetto (Sunfish fillet), cotto e senza pretese di sugo particolarmente
raffinato a rovinarmi l'ultimo giorno.